sabato 4 gennaio 2014

Dylan Dog 163 - Il mondo perfetto - Mancanza di pagine



Buuuongiorno gente e bentornati sul Jojo’s Comics Club! oggi torno a parlare di un personaggio di cui parlo solitamente soltanto una volta al mese, in concomitanza con l’uscita mensile dell’albo della serie, sto parlando dell’indagatore dell’incubo del quale fanno molta gola alle fiere i vecchi albi venduti spesso e volentieri al prezzo di un caffè, inutile per me quindi provare a resistere alla tentazione e così di solito recupero almeno una decina di numeri….oggi vi voglio parlare in particolare di un numero che mi ha decisamente colpito, parlo di Dylan Dog 163, Il mondo perfetto.


 
Dylan Dog 163, Il mondo perfetto, albo pubblicato originariamente nel aprile del 2000, al prezzo, diciamolo anche, di 3500lire oppure a 1,81€, tanto per la cronaca eh… il soggetto e i testi sono una collaborazione fra Paola Barbato e papà Tiziano Sclavi, per i disegni di quello che posso tranquillamente definire il mio disegnatore preferito di Dylan Dog, Corrado Roi

Ah e a proposito, l’albo si apre con una lettera di Sergio Bonelli in persona, che tramite poche frasi sembra scusarsi con i fan ma difendere fermamente il processo d’ampliazione messo in atto in quel periodo dalla casa editrice, interessanti le sue parole. L’albo si apre col nostro Old boy che sembra essere decisamente poco in forma, ferito e senza memoria si ritrova a vivere in una fattoria con quelli che dicono di essere i suoi famigliari, un inizio veramente interessante e secondo me di grosso impatto, una storia capace di incuriosire pienamente dalla sola prima pagina, superba come sempre la realizzazione grafica da parte di Roi, bravissimo a trasmettere le atmosfere e tutte le sensazioni dei personaggi tramite espressioni veramente eccezionali, il suo stile è sempre leggermente sporcato e vagamente spigoloso sui corpi, perfetto per una storia misteriosa come questa. Questo non è il solito Dylan Dog, è un albo pieno di interrogativi, strutturato diversamente da molti altri albi della serie e pieno di dubbi, di domande, si rivela per buona parte quasi un thriller, non di certo un horror, nessuna scena splatter così come nessuno va a bussare al numero 7 di Craven Road. Una lettura che per quasi la sua totalità mi ha colpito e riempito di curiosità…salvo poi andare un po’, abbastanza, tutto a puttane. 

In quest’albo, colpa probabilmente delle sole, solite 100 pagine si perde l’occasione per creare un fumetto fantastico, in quanto manca tutta una parte che io personalmente in una serie del genere ritengo fondamentale, qui c’è il problema, e all’improvviso BAM dal nulla arriva la soluzione, dalla totale inconsapevolezza delle vicende alla totale soluzione, tutta la parte investigativa viene completamente lasciata al caso e bruciata in un paio di vignette, davvero un peccato. Quest’albo va vicinissimo secondo me ad essere uno dei gioielli più brillanti della storia di Dylan Dog, salvo poi cadere nell’archivio C’eravamo quasi. Da fan di Angelo Stano mi sento di dire che la copertina di quest’albo è una delle più brutte che io possa ricordare, cose che capitano…


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